LA CONQUISTA DELL’INUTILE.
Il Pantheon è uno tra i pochi edifici nella
storia dell’architettura che sono stati chiamati a generare archetipi. Ogni
giorno masse di turisti si riversano al suo interno generando una costante di
rumore di fondo. Ogni 10 minuti un messaggio preregistrato che invita i
visitatori al silenzio incontra l’assoluta indifferenza degli avventori. Ogni
spazio ha un suono caratteristico d’intimità o monumentalità, ma l’esperienza
uditiva essenziale che l’architettura crea è la quiete. In ultima istanza,
l’architettura è l’arte del silenzio pietrificato (J. Pallasmaa).
L’azione è molto semplice. 60 persone
entrano nel Pantheon e si dispongono sul suo perimetro. Ad un segnale
prestabilito, si voltano verso il muro ed emettono il più classico degli inviti
al silenzio: SHH!!!
Una SOSPENSIONE. Fermare il rumore affinché
tutti possano guardare ed ascoltare lo spazio.
Come un’improvvisa ventata, il nostro gesto dovrà
ammutolire la folla. Poi, nel silenzio, nascerà il suono.
La sintesi concettuale sarà concretizzata in
un’installazione audio che mira a riproporre non solo il momento del gesto
comune ma l’ipotesi di una risposta del monumento stesso.
Alcuni scatti fotografici serviranno da abaco per il calcolo approssimativo della
presenza di pubblico itinerante all’interno della struttura.
Questi serviranno per manipolare
numericamente un campione di brusio registrato dal vivo in frequenza, ampiezza
e ambienza.
Così come nell’azione collettiva, la voce dei
partecipanti si scontra con le pareti della struttura, il singolo individuo
riproporrà il simbolico testo (SHH!!!) davanti ad un microfono, posizionato in
un praticabile che rappresenta, nell’immaginario, l’angolo eletto come punto
d’osservazione dell’oculo.
Il suono sarà poi filtrato da una catena di
software audio (Ableton/Max for Live/Granulator) che elaborerà la risposta su
21 variabili legate alle 21 istantanee, colorato da un plug-in di riverbero
tarato sulle caratteristiche ambientali del monumento e quindi riprodotto da un
sistema di amplificatori Stereo Dipole o Olofonico in base alla collocazione
dell’installazione.
L’iterazione quindi, produrrà di volta in
volta, una risposta diversa. Ad ergersi è quindi non il silenzio ma l’anima
sintetizzata del passato che, come afferma R. Grant-Williams ha la sua impronta, il suo unico suono
identificativo.
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